U-BOOT UC 14 2010
ARCHAEOLOGICAL SURVEY
(Comunicato stampa ufficiale)
Nella notte del 3 marzo 1917 l’U-boot posamine UC 14 stava rientrando nella base di Zeebrugge (Belgio) al ritorno di una missione contro la costa inglese. Alle 22,15 circa fu vista una esplosione a prua, causata probabilmente da una mina innescata e rimasta intrappolata nell’apposito silos, il sommergibile scomparve nei flutti con tutto l’equipaggio. Finiva così, per ironia della sorte
autoaffondato da una sua stessa mina, un micidiale vascello che fu soprannominato “il killer dell’Adriatico”. Infatti, prima di essere trasferito alla Flottiglia U-boot delle Fiandre, aveva svolto tutte le sue missioni nel Mediterraneo affondando un numero impressionante di navi nemiche, fra le quali le italiane Regina Margherita, Re Umberto e Intrepido. Sui relitti di queste vittime dell’UC 14 avevamo svolto le nostre spedizioni nel 2005 e nel 2007 a seguito dei ritrovamenti effettuati dal trainer Cesare Balzi. Perciò la IANTD, con il patrocinio e l’autorizzazione della Commissione dei Cimiteri di Guerra dell’Olanda nelle cui acque territoriali giace il relitto, ha deciso di organizzare e condurre dal 24 al 29 giugno una missione sull’importante relitto con fini archeologici e scientifici, in particolare di rilevamento del sito e delle condizioni in cui giace. Hanno partecipato a questa impegnativa attività quindici istruttori e subacquei IANTD, dei quali dieci italiani, essi sono: Fabio Ruberti, capo spedizione e project manager; Carla Binelli,Vice-capospedizione e segreteria; Agostino Fortunato, responsabile informatico e subacqueo; Vincenzo Latora, fotografo subacqueo; Jurek Lewandowski, fotografo subacqueo;Roberto Masucci, responsabile rilevamenti subacquei; Gianni Calandrelli, subacqueo; Luca D’Avenia, subacqueo; Enrico Basso, subacqueo e assistente segreteria; Gabriella Savoia, segreteria. Alla spedizione hanno partecipato cinque subacquei belgi:Paul Lijnen, responsabile sicurezza; Johan Haenebalcke, subacqueo; Steven Haenebalcke, subacqueo; Ralph Haenebalcke, skipper e logistica; Maarten Ramon, subacqueo
L’iniziativa, oltre al patrocinio della Commissione dei Cimiteri di Guerra del Ministero della Difesa Olandese, è stata incoraggiata e supportata dalla IANTD Benelux; dai Training Facility: IANTD Acquamarina di Marina di Pisa (PI), Blu Deep di Montebelluna (TV), Scuola Sommozzatori di Caserta, e dalle ditte di equipaggiamento per la subacquea tecnica Acquamarina® e Dive Rite®. La spedizione era composta di tre squadre operative con specifici obbiettivi d’immersione: misurazione e rilevazione del sito subacqueo, ricognizione esterna e sicurezza. La spedizione ha messo in atto le migliori tecniche d’immersione associate ad un lavoro di squadra mirato alla ricerca archeologica, utilizzando gli equipaggiamenti più idonei. La particolare tipologia d’immersione con forti correnti di marea e scarsa visibilità fino a raggiungere il metro scarso, ha testato le capacità dei componenti e degli equipaggiamenti; si sono dimostrati particolarmente utili i DPV Teseo che hanno aiutato molto nelle situazioni di forte corrente.
Lo svolgimento di una missione con immersioni a carattere archeologico e scientifico sul relitto di un sommergibile di così grande valore storico è un fatto di rilievo. Infatti, è stato accertato che il relitto è sicuramente l’UC 14 poiché presenta tutte le caratteristiche di questa classe, in particolare i silos posamine. Inoltre, l’esame dei resti conferma la versione dell’esplosione di una mina del sommergibile,molto probabilmente nel secondo silos di prua, che lo ha spezzato in due.
Con il successo di questa missione si completano le spedizioni sulla Regina Margherita e sul Re Umberto e la missione sull’Intrepido svolte nel 2005 e nel 2007 in Albania, facendo definitivamente luce su un periodo della guerra sottomarina durante il I Conflitto Mondiale.
Fabio Ruberti
Zeebrugge (Belgio) 29 giugno 2010
ARCHAEOLOGICAL SURVEY
(Comunicato stampa ufficiale)
Nella notte del 3 marzo 1917 l’U-boot posamine UC 14 stava rientrando nella base di Zeebrugge (Belgio) al ritorno di una missione contro la costa inglese. Alle 22,15 circa fu vista una esplosione a prua, causata probabilmente da una mina innescata e rimasta intrappolata nell’apposito silos, il sommergibile scomparve nei flutti con tutto l’equipaggio. Finiva così, per ironia della sorte
autoaffondato da una sua stessa mina, un micidiale vascello che fu soprannominato “il killer dell’Adriatico”. Infatti, prima di essere trasferito alla Flottiglia U-boot delle Fiandre, aveva svolto tutte le sue missioni nel Mediterraneo affondando un numero impressionante di navi nemiche, fra le quali le italiane Regina Margherita, Re Umberto e Intrepido. Sui relitti di queste vittime dell’UC 14 avevamo svolto le nostre spedizioni nel 2005 e nel 2007 a seguito dei ritrovamenti effettuati dal trainer Cesare Balzi. Perciò la IANTD, con il patrocinio e l’autorizzazione della Commissione dei Cimiteri di Guerra dell’Olanda nelle cui acque territoriali giace il relitto, ha deciso di organizzare e condurre dal 24 al 29 giugno una missione sull’importante relitto con fini archeologici e scientifici, in particolare di rilevamento del sito e delle condizioni in cui giace. Hanno partecipato a questa impegnativa attività quindici istruttori e subacquei IANTD, dei quali dieci italiani, essi sono: Fabio Ruberti, capo spedizione e project manager; Carla Binelli,Vice-capospedizione e segreteria; Agostino Fortunato, responsabile informatico e subacqueo; Vincenzo Latora, fotografo subacqueo; Jurek Lewandowski, fotografo subacqueo;Roberto Masucci, responsabile rilevamenti subacquei; Gianni Calandrelli, subacqueo; Luca D’Avenia, subacqueo; Enrico Basso, subacqueo e assistente segreteria; Gabriella Savoia, segreteria. Alla spedizione hanno partecipato cinque subacquei belgi:Paul Lijnen, responsabile sicurezza; Johan Haenebalcke, subacqueo; Steven Haenebalcke, subacqueo; Ralph Haenebalcke, skipper e logistica; Maarten Ramon, subacqueo
L’iniziativa, oltre al patrocinio della Commissione dei Cimiteri di Guerra del Ministero della Difesa Olandese, è stata incoraggiata e supportata dalla IANTD Benelux; dai Training Facility: IANTD Acquamarina di Marina di Pisa (PI), Blu Deep di Montebelluna (TV), Scuola Sommozzatori di Caserta, e dalle ditte di equipaggiamento per la subacquea tecnica Acquamarina® e Dive Rite®. La spedizione era composta di tre squadre operative con specifici obbiettivi d’immersione: misurazione e rilevazione del sito subacqueo, ricognizione esterna e sicurezza. La spedizione ha messo in atto le migliori tecniche d’immersione associate ad un lavoro di squadra mirato alla ricerca archeologica, utilizzando gli equipaggiamenti più idonei. La particolare tipologia d’immersione con forti correnti di marea e scarsa visibilità fino a raggiungere il metro scarso, ha testato le capacità dei componenti e degli equipaggiamenti; si sono dimostrati particolarmente utili i DPV Teseo che hanno aiutato molto nelle situazioni di forte corrente.
Lo svolgimento di una missione con immersioni a carattere archeologico e scientifico sul relitto di un sommergibile di così grande valore storico è un fatto di rilievo. Infatti, è stato accertato che il relitto è sicuramente l’UC 14 poiché presenta tutte le caratteristiche di questa classe, in particolare i silos posamine. Inoltre, l’esame dei resti conferma la versione dell’esplosione di una mina del sommergibile,molto probabilmente nel secondo silos di prua, che lo ha spezzato in due.
Con il successo di questa missione si completano le spedizioni sulla Regina Margherita e sul Re Umberto e la missione sull’Intrepido svolte nel 2005 e nel 2007 in Albania, facendo definitivamente luce su un periodo della guerra sottomarina durante il I Conflitto Mondiale.
Fabio Ruberti
Zeebrugge (Belgio) 29 giugno 2010
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